Sono 452 le domande, pervenute a mezzo Pec, aventi come oggetto C.I.G.O. o F.I.S. con causale Covid 19, dal 23 Febbraio fino alle 20:00 del 27 Marzo 2020 da Aziende che applicano il Contratto Metalmeccanico.
296 sono le richieste da parte di Aziende superiori ai 5 dipendenti, 156 quelle da Aziende da 1 a 5 dipendenti, coinvolgendo, se dovessero essere utilizzati i massimali dei lavoratori dichiarati nelle singole domande pervenute, oltre 10.000 lavoratori nel solo comparto Metalmeccanico Provinciale.
Un dato impressionante anche alla luce del confronto delle domande presentate nel biennio 2009/2010, gli anni della profonda crisi finanziaria internazionale, che si sono attestate complessivamente nel Metalmeccanico a meno di 400.
Gli effetti del Covid 19, oltre a quelli prioritari riguardanti la salute, saranno ad oggi difficilmente prevedibili sull’intero tessuto industriale della nostra provincia, di cui il settore manifatturiero-metalmeccanico rappresenta uno dei volani strutturali più rilevanti.
La criticità maggiore riguardata tutte quelle aziende che con sofferenza si stavano tenendo in piedi attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali esistenti, dalla CIGS ai CDS, che non avendo prospettive certe ad oggi si trovano letteralmente a navigare a vista e dove finalmente si riusciva ad intravedere una luce in fondo al tunnel, gli effetti di questa crisi hanno di fatto azzerato ogni possibilità di ripresa.
Tutti i sacrifici fatti nel corso degli ultimi anni da lavoratori ed imprese rischiano di andare vanificati.
Un ricorso così massiccio alla CIGO metterà a dura prova tutti i lavoratori coinvolti le cui procedure sono state aperte con la richiesta di anticipo diretto delle competenze all’INPS (oltre il 60% delle pervenute), che rischiano non solo di subire il danno derivante dalla decurtazione in termini salariali del loro stipendio, (di norma tra il 20 e il 35%) ma soprattutto di non avere certezza di quando tali competenze, a loro spettanti, saranno realmente erogate.
Su questo aspetto sarà indispensabile un’azione concreta da parte delle istituzioni governative per immettere liquidità reale nelle casse dell’INPS al fine di ridurre il più possibile i tempi di erogazione, altrimenti si rischia che oltre alla crisi sanitaria ed industriale, si possa generare una profonda crisi economica in tantissime famiglie della nostra provincia.
Nelle “poche” aziende che ancora possono produrre abbiamo deciso, con responsabilità e determinazione, di attivarci, attraverso l’importantissimo lavoro dei delegati RSU/RSA ed RLS interni alle stesse, al fine di pretendere il rispetto delle misure sanitarie e per ottenere la sospensione dell’attività̀ lavorativa o, dove questo non sia praticabile, un significativo rallentamento della produzione, e quindi una riduzione della presenza di lavoratrici e lavoratori, fino al persistere della situazione di emergenza, utilizzando gli strumenti previsti dalle norme vigenti e dal contratto nazionale.
Uno sforzo quotidiano e costante è il monitoraggio di tutte quelle situazioni al limite, la stragrande maggioranza delle quali non sindacalizzate, al fine di intervenire per la loro regolarizzazione, con l’unico scopo di preservare e garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini della nostra provincia.
Questa inedita crisi dovrà essere l’occasione per rigenerare i rapporti tra le persone e per riscoprire la solidarietà, fatta di responsabilità civica, passione civile e impegno etico.
Una crisi che dovrà rimettere al centro delle azioni di ognuno di noi “l’altro”, ricordandoci che ogni nostra scelta ha delle ripercussioni sulle altre persone.
È questo senso di responsabilità che ha dato vita al Sindacato, che lo ha sempre animato e che, oggi, ci consentirà di rilanciare il Paese, ripartendo dai luoghi di lavoro, nella costanza e nella determinazione di continuare a difenderli e di preservarli attraverso uno sforzo straordinario, uno sforzo senza eguali, perché questa crisi non ha eguali.
Uno sforzo da parte di tutti, Politica, Sindacato, Istituzioni, Imprese, Lavoratori che dovranno rimettersi integralmente in discussione, nella consapevolezza che quanto vissuto nel recente passato non potrà purtroppo o per fortuna tornare com’era prima.
Una sfida che dobbiamo assolutamente vincere tutti uniti dall’unico obbiettivo di continuare a vedere nel lavoro un indispensabile strumento in grado di dare reale dignità alle persone e di far tesoro delle esperienze fatte al fine di non commettere in futuro gli errori che oggi ci hanno condotto sin a qui.
Il Segretario Generale
della Fim Cisl di Frosinone