Così come voglio ringraziare per l’impegno e la solidarietà le persone oggi presenti in rappresentanza del Movimento Vertenza Frusinate, del Movimento Mammamogliedonna Compagna di un Disoccupato a Frosinone, le delegazioni FIM CISL di ABB SACE e AGUSTAWESTLAND, voi tutti ex lavoratori della ILVA di Patrica e le vostre famiglie, oltre a tutte quelle persone che senza riconoscersi in alcun movimento politico e/o sindacale hanno voluto oggi essere qui presenti a sostegno di questa vertenza.
Negli ultimi mesi troppe false verità sono state raccontate ai lavoratori da chi ha tutti gli interessi, in una situazione di grave crisi economica-produttiva-occupazionale, di cavalcare il malcontento e le preoccupazioni dei lavoratori per fini non di rappresentanza e tutela, ma per obiettivi politici che con l’azione del Sindacato hanno poco o niente a che spartire.
[/one_half] [one_half_last] [/one_half_last] L’azione del Sindacato va sempre misurata con la chiarezza, la trasparenza e la capacità di assumere responsabilità oggettive e soggettive a prescindere dai Governi che si succedono e a prescindere dai loro ”colori”.
Il Sindacato nasce per trovare soluzioni ai problemi dei lavoratori sapendo che se questo non viene fatto, assumendosi la responsabilità della firma degli accordi e delle mediazioni, le soluzioni le impongono gli altri, siano essi Governi o imprenditori, avendo chiaro e scolpito nella mente che MAI altre Organizzazioni Sindacali, MAI altri lavoratori possono essere individuati come la CONTROPARTE dell’azione sindacale, perché questo sarebbe la vera sconfitta dell’azione e dello stesso Sindacato.
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[/one_half] [one_half_last] Il vero problema è che di fronte alle grandi trasformazioni industriali, alla globalizzazione, alla competitività, alla crisi dei mercati mondiali, ai cambiamenti avvenuti e che avverranno nell’organizzazione del lavoro occorre SEMPRE assumersi le responsabilità di firmare accordi per tutelare i diritti di chi lavora, di chi ha perso il lavoro e di chi è da tempo inoccupato, per difendere meglio il salario e le professionalità.
Questo significa contrattare lavoro e occupazione, perché senza il lavoro non esistono i diritti e i doveri dei lavoratori!
Penso di poter affermare che nel corso di questi Anni come FIM con VOI e con tutti gli Interlocutori che si sono avvicendati in questa Vertenza SIAMO STATI SEMPRE CHIARI E COERENTI.
Noi pensiamo che non si possono raggiungere i risultati se prima di fare qualcosa, prima di impegnarsi e spendere il proprio ruolo e soprattutto il proprio impegno, personale, sindacale o politico, dobbiamo prima guardarci intorno, accertarci di “non danneggiare nessuno” o magari “di coinvolgere chi in questa Vertenza si è visto solo per fare passerella.
[/one_half_last] Noi pensiamo che i Territori, i Comuni, le Provincie che non investiranno nell’industria non hanno e non avranno un futuro, così come non ci saranno nuove imprese e nuove industrie in quei territori che proattivamente non si propongo per essere attrattivi e creare le condizioni favorevoli agli investimenti.
Noi siamo certi che è il Territorio il nuovo scenario su cui si deve cercare di vincere la sfida del Domani.
I Lavoratori occupati, ma soprattutto chi ha perso il lavoro, oggi più che mai ha compreso l’importanza dell’industria, perchè senza industria non c’è lavoro!
La sfida del Sindacato oggi è ripensare se stesso, ripensare il suo modo di fare sindacato, ma soprattutto fare accordi che preservano l’occupazione e rilanciano la competitività aziendale, convincendo chi vuole investire nel nostro territorio che fare impresa da noi è possibile!
Abbiamo le competenze, le Infrastrutture, la Qualità dei processi di produzione, ma dobbiamo anche avere amministrazioni locali, provinciali, regionali che assumano il ruolo di soggetti attivi e agevolino gli insediamenti industriali e non diventino più un impedimento per chi vuole investire, per interessi ideologici, burocratici o di altra natura.
Oggi o porti a casa risultati concreti alle persone oppure non puoi più essere un soggetto che li rappresenta, non sei più un ente, un’istituzione, un politico o un sindacato credibile.
Su questo tema tutti noi, politica, istituzioni e sindacato dobbiamo necessariamente metterci fortemente in discussione e cambiare rotta!
[one_half] OGGI siamo qui tutti presenti soprattutto per ringraziarvi per la fiducia che ci avete accordato, coscienti dei sacrifici che avete compiuto, per la generosità e la cooperazione che avete sempre dimostrato durante questa difficile Vertenza.
Se abbiamo trovato la forza e la determinazione di andare avanti, anche quando tutto sembrava perduto, non è stato grazie alla nostra bravura o alla nostra capacità visionaria o quella di coloro che ricoprono o hanno ricoperto in questi anni incarichi istituzionali, ma grazie al fatto che Voi, ex lavoratori e le vostre famiglie siete rimasti sempre fedeli ai vostri ideali. Così è stato finora e Così dovrà essere anche nel prossimo futuro che ci aspetta.
La sfida che abbiamo di fronte è reale, seria e irta di difficoltà.
Stiamo vedendo che affrontarla non è cosa facile né rapida, ma oggi siamo riuniti qui perché abbiamo scelto la speranza rispetto alla rassegnazione, l’unità degli intenti rispetto al conflitto e alla discordia. E’ venuto il momento di riaffermare il nostro spirito tenace, di scegliere la nostra storia la certezza che oggi qui in questo piazzale tutti siamo uguali, tutti siamo liberi e tutti meritiamo una possibilità di perseguire la speranza ma soprattutto di aspirare e pretendere un nostro diritto costituzionale: Il Diritto al Lavoro!
Questo diritto non è mai scontato ma bisogna guadagnarselo, con il coraggio, con la determinazione, con il sacrificio, ma soprattutto con l’unità.
Unità tra lavoratori, tra istituzioni, tra organizzazioni sindacali, tra movimenti, tra associazioni, ma soprattutto tra noi nel nostro ruolo di Cittadini.
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[/one_half_last] [one_half] Il nostro percorso in questi ultimi tre anni non è mai stato fatto di scorciatoie, ma non ci siamo mai accontentati. Non è mai stato un sentiero per incerti, per quelli che preferiscono il divertimento al lavoro.
E’ stato invece un percorso per coloro che hanno saputo osare, che hanno agito, uomini e donne rimasti oscuri nel loro lavoro ma che lo hanno portato avanti con coraggio e determinazione ed è quindi a voi, a tutti voi oggi presenti, a tutti quei ragazzi che hanno passato mesi a presidiare questi cancelli per non lasciare che tutti i sacrifici fatti venissero anche solo per un giorno dimenticati, togliendo tempo ai loro affetti, alle loro famiglie, ai loro impegni personali, va la mia personale ammirazione, la mia stima ed il mio infinito Grazie.
Ma la sfida ancora non è stata vinta ed oggi siamo qui per continuare a lottare, a dare testimonianza con la nostra presenza che non ci siamo arresi in passato e non ci arrenderemo neanche oggi.
Non ci arrenderemo perchè oggi non cavalchiamo più solo una speranza ma una certezza, una richiesta di acquisto del sito, presentata ad ILVA e al MISE dal 01 Dicembre del 2014.
Non ci arrenderemo perchè oltre alla proposta di acquisto è stato presentato un piano industriale che da garanzie sulla ripartenza produttiva di questo stabilimento.
Non ci arrenderemo perchè vogliamo che su questo stabilimento vengano fatti quegli investimenti che portano il lavoro.
Non ci arrenderemo perchè il nostro diritto al lavoro porta con sé il riconoscimento della nostra dignità di lavoratori, di padri, di madri, di figli, ma soprattutto di cittadini.
Non ci arrenderemo perchè riaprire lo stabilimento di Patrica non è solo qualcosa che dobbiamo a chi vi lavorava e alle loro famiglie, ma rappresenta un segnale importante che nella nostra provincia si può investire, si può creare occupazione, si può ridare speranza agli oltre 100000 ex lavoratori iscritti al centro per l’impiego nel nostro territorio.
Dobbiamo vincere questa sfida anche per dimostrare che c’è un futuro industriale che può e deve ridare lavoro, dignità e speranza anche a tutti i lavoratori che sono stati licenziati in Videcolor, Marangoni, Mersen, Baldon, Huntsman, Siderpali, Eurozinco, Omca e nelle tante, troppe, altre Aziende che hanno chiuso o fallito in questi ultimi 4 anni.
[/one_half] [one_half_last] Una poesia che da sempre porto con me è quella scritta da un pastore protestante Martin Niemöller, ed oggi voglio condividerla con voi:
Prima vennero per i comunisti, e io non dissi nulla perché non ero comunista.
Poi vennero per i socialdemocratici e io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico
Poi vennero per i sindacalisti, e io non dissi nulla perché non ero sindacalista.
Poi vennero per gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere me.
E quando vennero a prendere me non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.
Questa poesia è un chiaro invito a non abbassare mai la guardia davanti all’intolleranza e alle persecuzioni e a ribellarsi e resistere ad ogni forma di violenza.
Il testo fa esplicito riferimento a quanto accaduto in Germania negli anni ’30, quando, dopo l’avvento del nazismo, i cittadini chiusero gli occhi e accettarono/subirono passivamente le sempre più estese e violente persecuzioni contro intere categorie di persone.
Nelle parole conclusive della sua riflessione Martin individua nella rinuncia, o meglio, nel rifiuto dei cittadini di assumersi la responsabilità di vigilare e lottare in difesa della propria libertà quell’elemento fondamentale e indispensabile per la nascita, la crescita e il trionfo di ogni dittatura, ma soprattutto denuncia l’accettazione dell’uomo alla rassegnazione!
Voi tutti oggi qui presenti, che nuovamente ringrazio, siete l’esempio più evidente che noi non ci abbandoneremo alla rassegnazione e assumendoci le nostre responsabilità non staremo in silenzio!
Sono certo che tutti noi oggi presenti ci impegneremo ancora con più determinazione per ottenere quanto giustamente pretendiamo.
Sono convinto che solo uniti, così come lo siamo oggi in questo piazzale, possiamo riuscirci e quindi vi chiedo di continuare ad esserlo e soprattutto di continuare a credere che uniti possiamo vincere questa e le altre sfide che dovremo affrontare!
Ma voglio dirvi con estrema franchezza che se entro Settembre non verremo convocati al MISE, mi impegno personalmente per organizzare una manifestazione finalizzata a portare tutti voi presso il Ministero dello Sviluppo Economico e restare li fino a quando qualcuno non ci riceverà e non ci dirà perchè ci sta negando di avere un futuro!
L’incontro al MISE lo avremo a costo di andare a piedi da Patrica a via molise per pretendere chiarezza e rispetto ma soprattutto per pretendere il vostro diritto di vedere finalmente realizzati i vostri sacrifici ovvero tornare a far riaprire i cancelli di questo stabilimento che oggi sono chiusi.
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Articolo su Frosinoneweb a proposito della manifestazione: link
Articoli su quotidiani locali: