Workshop 1 marzo: puntare su innovazione, formazione ed eco-compatibilità per lo sviluppo del territorio

Marzo 4, 2019
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Spesso affrontiamo tematiche legate ad Industry 4.0 circoscritte alla percentuale di occupati/inoccupati che potrebbero generarsi oppure ad aspetti prettamente tecnici.

Il workshop che si è tenuto il 1 marzo presso la Cassa Edile di Frosinone aveva per oggetto la quarta rivoluzione industriale ma analizzata da un’altra angolazione.

Il fine era esplorarla tenendo conto di tre variabili peculiari: la formazione, l’innovazione e l’impatto ambientale (eco-compatibilità)

Il tema ambientale, è stato analizzato partendo dalla visione di un video che mostrava il grado di inquinamento presente sul territorio. Assistiamo quotidianamente a cronache giornalistiche che ci mostrano come l’uomo sia riuscito a distruggere l’eco-sistema per meri scopi personali, che danneggiano la terra in cui vive.

Si la terra, quell’ambiente che noi consideriamo la nostra casa, e se viviamo in un territorio altamente inquinato inevitabilmente ci saranno ripercussioni sulla nostra salute e su quella delle prossime generazioni.  Di esempi purtroppo ne possiamo fare molti, dalla Valle del Sacco teatro di “omicidi ambientali”, ai rifiuti tossici interrati, fino ad arrivare alla “schiuma industriale” all’interno del Sacco nel territorio di Ceccano.

Il problema in parte è legato al progresso lavorativo che ha avuto la provincia di Frosinone.

Un territorio che storicamente vede la sua crescita economica intorno agli anni 70′ grazie all’istituzione della cassa del mezzogiorno. Era soprannominata “la piccola Milano” per via degli ingenti distretti industriali che erano stati “impiantati”. Molte aziende del nord invogliati dalle politiche economiche messe in atto per il sud aprirono sedi industriali nella Ciociaria.

Nel corso degli anni però le politiche economiche messe in campo hanno causando la chiusura o la delocalizzazione degli “assets” verso paesi a basso costo, lasciando il territorio Frusinate con una grande “povertà di lavoro” e un forte inquinamento provocato negli anni. Il problema è stato ampliato dalla scarsa sensibilità dei soggetti coinvolti in materia ambientale, non facendo o oppure facendo male le leggi che dovevano proteggere l’ecosistema.

Il problema è andato via via crescendo, fino a portare alle cronache la nostra provincia, per avere il triste primato di “Provincia più inquinata d’Italia”, i dati relativi alla presenza nell’aria di PM10 con concentrazioni che sforano per lunghi periodi il limite consentito e la presenza nel fiume Sacco di “BETAESACLOROCICLOESANO”, fanno accrescere nelle popolazione una paura purtroppo certificata di casi di malattie molto invasive come quelle  oncologiche che colpiscono l’apparato respiratorio, quello epatico e quello gastrointestinale, mietendo vittime da anni.

Industry 4.0 però non deve essere vista come un fenomeno che crea problemi ambientali, anzi, una volta attuato uno sviluppo eco-sostenibile la quarta rivoluzione industriale  rimane una grossa opportunità, e va colta come un’occasione unica per crescere lavorativamente, e per le nostre aziende poter competere  sul mercato. Studi scientifici affermano che in quei paesi dove la tecnologizazzione è all’avanguardia, il numero dei disoccupati è calato notevolmente. I lavori con sforzo fisico sono solo il 12% e il resto dei lavori presentano uno stress lavorativo molto basso. Ma ottenere risultati importanti dalla quarta rivoluzione industriale evince anche far maturare alcuni campi propedeuci: Formazione e innovazione.

La formazione nel contesto di industry 4.0 giocherà un ruolo molto importante.

L’interazione tra uomo e macchina e la digitalizzazione del processo produttivo sarà la direttrice del progresso industriale. La sfida per le aziende dei prossimi anni non sarà solo tecnologica: i macchinari svolgeranno mansioni manuali e ripetitive, ma dietro di queste ci sarà sempre l’uomo; a cambiare saranno le competenze che ogni lavoratore dovrà possedere per far funzionare le macchine e per governare la nuova trasformazione digitale.

Ecco perchè investire nella formazione Industry 4.0 sarà fondamentale.

La Fim Cisl crede molto in questo percorso, infatti nell’ultimo CCNL ha inserito la “formazione continua”.

Dal 1° gennaio 2017, le aziende saranno tenute a garantire ad ogni lavoratore percorsi di formazione continua di durata pari ad almeno 24 ore in ogni triennio, elaborando progetti aziendali, aderendo a progetti territoriali, ovvero, facendo ricorso a fondi interprofessionali.

Il ruolo delle organizzazioni sindacali sarà fondamentale: Collaborare per creare percorsi formativi in linea con le esigenze del mercato. In passato in provincia di Frosinone sono stati spesi moti soldi per la formazione, ma i percorsi creati non erano in linea con le peculiarità del territorio.

Il risultato? una formazione nettamente sbagliata e molti soldi spesi male, in una parola: Un’occasione persa.

L’innovazione è un altro aspetto toccato nel workshop. Sfatiamo subito una falsa realtà, l’innovazione non riguarda solo la tecnologia, o i robot in azienda, sarebbe riduttivo concepirla così. Riguarda anche i modelli di organizzazione, la crescita delle competenze dei lavoratori, la ri-modellazione degli spazi e degli orari di lavoro, la ri-generazione di interi eco-sistemi produttivi e manifatturieri. È importante creare e sviluppare eco-sistemi evoluti, ‘intelligenti’, sostenibili, integrati a reti di trasporti, energia, pubblica amministrazione Smart. Solo questi nuovi eco-sistemi produttivi possono portare crescita diffusa, maggiore produttività diffusa. Altrimenti si resta a uno sviluppo disomogeneo, a macchia di leopardo, a diverse velocità, con realtà di eccellenza, da una parte, e dall’altra situazioni di arretratezza, destinate a perdere”.

L’innovazione però genera la “tecnofobia”, ovvero la paura di utilizzare nuove tecnologie. Fenomeno molto diffuso figlia di quelle idee populiste che asseriscono come la tecnologia possa creare disoccupazione.

La realtà è diversa per fortuna, quando l’innovazione non arriva in azienda, i lavoratori sono preoccupati perché l’azienda non funziona, o funziona peggio delle altre. Quando l’azienda innova, significa che investe in futuro. Non è la tecnologia che toglie posti di lavoro, si vede chiaramente che dove non si fa innovazione si perde occupazione. In sostanza, l’innovazione logora chi non la fa”.   Ma dobbiamo crederci! Ad oggi abbiamo territori   che non sono coperte dalla fibra, oppure hanno una rete stradale inefficiente, cioè la base minima per avere una innovazione efficiente.

Con un semplice percorso mentale possiamo notare come le tre tematiche affrontate siano direttamente correlate.

Infine nel workshop abbiamo visto alcune realtà Ciociare che operano nel settore dell’innovazione e della eco compatibilità: il progetto di (Fitorimedio) e (Ponics) il primo un progetto nato da uno studio che ha come obiettivo quello di depurare il terreno e nello stesso tempo di creare una filiera produttiva attraverso le varie trasformazioni ed i vari utilizzi di una pianta.

Il secondo un metodo innovativo e digitale per produrre ortaggi biologici e allevare pesci con un sistema controllato digitalmente ad impatto (zero), questi progetti rappresentano per noi una parte del lavoro del futuro, sviluppati da due idee e dal coraggio di sostenerle, nati fondamentalmente per arginare le criticità ambientali e creare un’alternativa innovativa ed ecocompatibile che possa attivare la nascita di una (economia circolare).

Competenze (Skills), progettualità, ricerca, formazione sono questi gli ingredienti per una industria del futuro, è un altro importante argomento che abbiamo trattato utilizzando la conoscenza e le competenze di due importanti agenzie interinali, Gigroup e Manpower che da anni operano su questo territorio.

La Fim Cisl ci crede e lavorerà per creare un territorio sano, salubre, e ricco di lavoro.